Gaming, la “nuova era” del Bitcoin. Gli esperti: rischio riciclaggio resta basso

L’utilizzo del Bitcoin e delle altre monete virtuali per giochi e scommesse virtuali rappresenta «un’opportunità per il mercato italiano del gaming» e il rischio riciclaggio e terrorismo «resta basso». È quanto emerge da una serie di interviste realizzate con il Politecnico di Milano da Agipronews, agenzia specializzata in giochi e scommesse. Secondo dati forniti dal Politecnico, l’intero settore ha una capitalizzazione di oltre 122 miliardi di euro, di cui 59 riguardano il solo Bitcoin, la “criptovaluta” più diffusa, che movimenta ogni giorno circa 250 mila transazioni, per un controvalore quotidiano di scambio da 550 milioni di euro. Al momento, spiega Agipronews, il numero di nodi Bitcoin – vale a dire i “punti” che in rete registrano le transazioni – raggiungibili nel mondo è 9.556. La maggior parte si trova negli Usa (27,53%), seguiti da Germania (17,69%) da Francia (7,08%) e Cina (5,22%). L’Italia si trova al 23° posto con 53 nodi attivi (0,006%), concentrati soprattutto al Nord. E ora il Bitcoin e le altre “monete virtuali”, racconta ancora Agipronews, si stanno diffondendo anche nel mondo del gaming : nel 2014 è nato BetVip, primo boomaker con regolare licenza ad accettare esclusivamente puntate in Bitcoin, poi sono arrivati anche i casinò e il poker on line. I rischi maggiormente associati all’uso di criptovalute sono riciclaggio e finanziamento al terrorismo. Ma secondo Valeria Portale, direttore della Ricerca Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano, la situazione non è allarmante: «Il Bitcoin è una delle monete più tracciabili che oggi esistano – ha detto – ogni transazione, lecita o illecita che sia, rimane visionabile a costo zero e “per sempre”». «Non esistono stime ufficiali sul volume di transazioni illecite – aggiunge Portale – ma la rischiosità delle criptovalute per il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo è stata valutata “bassa” in un report pubblicato nel 2015 dall’HM Treasury e dall’Home Office UK. Alcune ricerche sottolineano che utilizzare il Bitcoin per scopi illeciti è perfino più rischioso di usare denaro elettronico o trasferimenti bancari». Le prime authority che hanno detto sì all’uso di bitcon nel gioco online sono state quelle di piccole giurisdizioni, come Curaçao e l’Isola di Man. La Gambling Commission inglese, riferisce Agipronews, da novembre 2016 considera i Bitcoin e le valute digitali uno strumento di pagamento equivalente a contanti e carte di credito. In modo analogo si è espressa la Dirección General de Ordenación del Juego in Spagna. Altro mercato che dovrebbe consentire l’utilizzo, in un futuro prossimo, è Malta.  Ben diverso il quadro italiano. Nel nostro paese, spiega Agipronews, dove vige una normativa particolarmente stringente in materia di antiriciclaggio e di tutela dei consumatori, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli non ha espresso pareri specifici a riguardo. Gli operatori legali italiani sono quindi fortemente scoraggiati nell’accettare pagamenti in Bitcoin proprio per i rischi e le responsabilità legali connesse all’antiriciclaggio e ad oggi nessun concessionario legale ha attivato questo canale di pagamento.

Fonte: il sole 24 ore del 05.10.2017