Società estera fittizia? La dichiarazione diventa fraudolenta

La costituzione di società estere ritenute fittizie che fatturano in luogo di una impresa nazionale, trasferendo così i ricavi fuori dall’Italia, può integrare il reato di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici. L’eventuale avvenuto pagamento delle imposte estere, che farebbe scendere al di sotto della soglia di punibilità l’importo ritenuto evaso, deve essere provato dall’imputato e non dall’accusa. È questo il principio espresso dalla Corte di cassazione sez. 3 penale con la sentenza 37422 depositata ieri.